La Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 27818 del 4 dicembre 2020, trattando di un caso di avvisi di accertamento emessi con l’utilizzo delle indagini finanziarie, ha affermato che i movimenti bancari sospetti sui quali si fonda l’accertamento non possono essere giustificati da una perizia stragiudiziale redatta da un consulente di parte del contribuente.